Anziani e benessere psicofisico: come mantenere una mente sana in età avanzata
Parlare di anziani e benessere psicofisico significa valutare le sfide che si presentano quando la nostra esperienza di vita aumenta e paradossalmente anche la nostra fragilità.
A livello fisico si avverte maggiormente la fatica e ci si stanca maggiormente. Ad esempio, se prima si riusciva a sbrigare le faccende domestiche in un batter d’occhio, arrivati a una certa età si avverte molto più facilmente la fatica. Questo però non deve demoralizzare perché è assolutamente fisiologico e occorre accettare ritmi più “slow”. Oltre a mantenere una buona forma fisica tramite controlli periodici dal medico, un’alimentazione corretta e quanto basta di movimento e attività fisica, occorre anche badare ad allenare la memoria e prevenire la depressione senile o il semplice scoramento dovuto all’invecchiamento.
In questo articolo vedremo come occuparsi del benessere psicofisico nella terza età.
Anziani e benessere psicofisico: le sfide psicologiche dell’invecchiamento
Una delle principali sfide che si trova ad affrontare chi sta invecchiando è il senso di solitudine. Spesso si è abituati ad una vita lavorativa attiva, a case rumorose con figli che convivono in famiglia. Dopo il pensionamento e quando magari i figli si sposano o vanno a vivere fuori casa, capita di ritrovarsi improvvisamente con molto tempo libero e soprattutto più soli.
Proprio la solitudine è uno degli aspetti più deleteri dell’invecchiamento. La mancanza di colloquio, non tenersi aggiornati sull’attualità, non parlare con i coetanei sono purtroppo abitudini che possono subentrare superata una certa soglia d’età, soprattutto se si vive da soli.
Bisogna allora giocare d’anticipo e chiedersi se la soluzione migliore non possa essere una casa albergo per anziani. Una residenza per anziani autosufficienti non è una struttura sanitaria, anche se vi sono operatori sociosanitari sempre presenti e viene garantito un servizio assistenziale e di tutela della persona. Una casa albergo per anziani autosufficienti deve essere piuttosto intesa come una vera e propria casa per gli anziani, all’interno della quale i nostri cari possono usufruire dei servizi alberghieri offerti, preservando la propria autonomia e al bisogno stare in buona compagnia. Poter fare una chiacchierata con gli altri ospiti alla caffetteria della struttura oppure partecipare a corsi e laboratori creativi sono solo alcuni dei vantaggi che si possono riscontrare alloggiando in una casa albergo per anziani.
Un’altra sfida che gli anziani si trovano a dover affrontare è il timore del declino cognitivo o addirittura di sviluppare i sintomi della demenza senile. Spesso si riesce a mettere in conto qualche disagio fisico dovuto all’età, qualche acciacco come reumatismi o mal di schiena; risulta, però, inaccettabile il pensiero di poter perdere le proprie facoltà mentali.
In questo caso la miglior arma è la prevenzione e la diagnosi precoce. Gli episodi di confusione mentale negli anziani possono essere un segnale di spia da non trascurare e pertanto occorre mantenere la mente più attiva possibile. In questi casi è molto importante l’osservazione attiva dei familiari. Se si colgono dei vuoti di memoria nel proprio caro oppure dei momenti di calo dell’attenzione accompagnati da sonnolenza allora è bene parlarne e valutare una visita dal medico.
Se, poi, per via del lavoro o degli impegni della vita familiare non si riesce a prestare la dovuta attenzione a chi ha un’età avanzata è meglio valutare delle opzioni alternative. Nell’articolo “Struttura per anziani: prevenzione e sintomi dell’Alzheimer” abbiamo preso in considerazione i vantaggi che si riscontrano a livello preventivo quando l’anziano alloggia presso una residenza per anziani autosufficienti. Non solo il personale presente nella struttura è altamente qualificato e sa cogliere i primi sintomi delle malattie neurodegenerative ma vengono organizzate tutta una serie di attività volte a prevenire il declino cognitivo.
Altri comportamenti che meritano un’attenzione particolare sono i cali d’umore o i silenzi prolungati. Gli anziani che soffrono di depressione sono in vertiginoso aumento, come affermato dall’Oms. Spesso, inoltre, i primi sintomi sono celati dall’anziano che tende a non ammettere il proprio stato emotivo d’ansia e a cercare di nasconderlo in presenza dei propri parenti. Il personale presente nelle residenze per anziani autosufficienti ha la preparazione e l’esperienza per rilevare i primi segni di disagio. Psicologia degli anziani e benessere psicofisico, infatti, sono al centro della formazione degli operatori socio sanitari che prestano servizio nelle case albergo.
Infine, un’altra grande sfida dell’invecchiamento è la transizione da una vita lavorativa a quella da pensionato. Quando si lascia, a causa dell’età, il proprio lavoro, inizialmente si prova un senso di euforia pensando finalmente al tempo libero da dedicare a sé stessi e ai propri hobby. Ci si accorge, però, presto che il tempo libero è persino troppo, sviluppando a lungo andare un senso di apatia e di mancanza di scopo. L’apatia negli anziani, come abbiamo visto in un precedente articolo, si manifesta con l’assenza di interesse per qualsiasi attività e può velocemente degenerare in una depressione.
Giornate organizzate con uscite, momenti ricreativi con i coetanei, attività e orari da rispettare come quello della cena o del pranzo possono essere l’antidoto all’apatia dell’anziano.
Anziani e benessere psicofisico: consigli per una terza età meravigliosa
Riassumiamo, quindi, i punti per prevenire il declino cognitivo nella terza età:
- coltivare relazioni sociali può essere utile sia per allontanare lo spettro della solitudine sia per mantenere una mente agile. Il colloquio su varie tematiche dall’attualità ai ricordi di gioventù è un fattore essenziale nella mission “anziani e benessere psicofisico”;
- mantenere la mente attiva: semplici passatempi come la lettura, i cruciverba, le partite a scacchi sono occasioni per mantenere vivace l’abilità cognitiva;
- Mens sana … in corpore sano: il movimento può aiutare a prevenire la demenza senile, lo afferma la Scienza. Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Science ha rilevato come l’attività fisica stimoli la produzione di nuovi neuroni a livello dell’Ippocampo che è proprio uno dei punti dove la demenza inizia a colpire.
Il rapporto ottimale fra anziani e benessere psicofisico è garanzia di vivere una terza età meravigliosa.
Anziani e benessere psicofisico nelle residenze per anziani autosufficienti
Sia che l’anziano abiti da solo sia che abiti con i figli, spesso trascorre molte ore da solo davanti alla TV. Questa condizione è deleteria per l’umore e la salute mentale della persona della terza età.
Nel pensiero collettivo, far alloggiare il proprio caro in una residenza per anziani viene ancora visto come un abbandono, un modo per disfarsi di chi non è più giovane. A onor del vero è tutto proprio al contrario: in una casa albergo l’anziano può ritrovare vitalità, fare nuove amicizie e soprattutto ricevere l’attenzione che merita e necessita.
In una struttura come Residenza Bergoglio R.A.A vengono pianificate attività giornalmente, uscite nella vicina cittadina di Giaveno o nella natura ed inoltre si predispongono molteplici occasioni conviviali per gli ospiti. Tutto ciò purtroppo, nelle famiglie sempre impegnate e stressate di oggi, non è possibile.
Scegliere Residenza Bergoglio R.A.A può essere la miglior soluzione per il proprio caro: nella nostra residenza per anziani autosufficienti, operatori specializzati in comportamento degli anziani e Benessere Psicofisico, sapranno prendersi cura del tuo caro autosufficiente in modo diligente e professionale.
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