La vita in una struttura per anziani rappresenta non solo un valido supporto al benessere ed alla cura del genitore anziano, ma può giocare un ruolo decisivo nel prevenire o, per lo meno, nel limitare i danni provocati da una delle malattie più temute in vecchiaia: l’Alzheimer.

I primi sintomi sono spesso difficili da riconoscere per chi non ha fatto dell’assistenza all’anziano la sua professione. Solitamente i famigliari tendono a interpretarli come comportamenti dovuti al decadimento tipico della vecchiaia o ad un momento di forte stress, lasciando così che la malattia continui a colpire in modo silente ma irreversibile le capacità cognitive dell’anziano. Molto invece si potrebbe fare attraverso una diagnosi. Scopriamo quindi insieme quali segnali piccoli ma importanti ci devono mettere in allarme.

 

I primi sintomi dell’Alzheimer

I primi segnali che possiamo ravvisare in una persona anziana affetta da Alzheimer, seppur in uno stadio molto inziale, sono 

Vuoti di memoria
Per quanto banali ed insignificanti, i vuoti di memoria e tutte le volte in cui una persona anziana tende a dimenticare parole semplici di uso comune o mostra una crescente difficoltà a trovare oggetti di utilizzo quotidiano, devono essere presi in seria considerazione.

Difficoltà ad esprime il proprio pensiero
La persona malata di Alzheimer appare sempre meno sciolta nel parlare o nello scrivere non solo perché, come abbiamo visto, dimentica le parole ma anche perché mostra evidenti difficoltà nel ricordare il significato di certi termini o nel condurre il filo del discorso dall’inizio alla fine.

Sbalzi d’umore senza motivo
Irritabilità e apatia sono due sintomi neuropsichiatrici tipici dell’Alzheimer, che permangono e si aggravano sempre più nel decorso della malattia.

Difficoltà organizzative
Andare in confusione, non riuscire più a fare le cose di tutti i giorni, perdere il senso dell’orientamento anche in luoghi o percorsi famigliari sono segnali importanti da non sottovalutare.

Prevenire tutto questo si può? Un valido aiuto può arrivare da una struttura per anziani come Residenza Bergoglio da sempre sensibile a incentivare nella routine dei suoi ospiti tutte quelle attività che possono prevenire o perlomeno ritardare l’Alzheimer.

 

Struttura per anziani e prevenzione dell’Alzheimer

Nell’articolo “Residenze per anziani: come arginare solitudine e Alzheimer” abbiamo visto come il soggiorno in una struttura per anziani come Residenza Bergoglio possa giovare significativamente nella lotta preventiva all’Alzheimer o alla demenza senile. Se è vero, infatti, Solitudine, Apatia, Perdita di memoria, sono i nemici giurati di una persona anziana è altrettanto vero che tutte le iniziative che ogni giorno sosteniamo per favorire le relazioni sociali, le occasioni di svago e divertimento, la scoperta di nuovi interessi, l’allenamento mentale sono i nostri preziosi alleati. I fattori che causano le malattie cardiovascolari aumentano anche le probabilità di sviluppare la l’Alzheimer.

Una prevenzione efficace si realizza attraverso:

Attività fisica
Bastano pochi minuti di esercizio aerobico leggero ma regolare per aumentare le connessioni neurali, contribuendo a preservare le funzioni mnemoniche e cognitive.

Esercizio mentale
La lettura, lo studio di una lingua straniera, i giochi intellettivi come le parole crociate, gli scacchi, sudoku, ecc, fare di conto a memoria, sono tutti esercii importanti per la mente che aiutano a proteggere il cervello dalle aggressioni dell’Alzheimer.

Dieta bilanciata e controlli regolari
Nella nostra struttura per anziani sappiamo che una dieta sana e bilanciata congiunta a regolari controlli sono esiziali per tenere a bada colesterolo, glicemia, peso corporeo e pressione arteriosa e prevenire i disturbi degenerativi tipici della vecchiaia.

 

Struttura per anziani: affidati a Residenza Bergoglio. Abbiamo cura della tua serenità

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